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Podere Casanova, niente vendemmia: “Scelta coerente con la produzione”

I proprietari della Cantina: “Azienda ecosostenibile e biologica, non potevamo fare più trattamenti”
Nel contesto di un anno agricolo particolarmente difficile, la nostra decisione di non procedere con la vendemmia del 2023 ha suscitato notevole attenzione.Questa decisione, come evidenziato da vari media tra cui “La Nazione” e “Sommelier Suite”, incarna in modo esemplare la determinazione e l’applicazione concreta dei principi di sostenibilità, evidenziando le realtà operative che caratterizzano il settore vitivinicolo.
I proprietari dell’azienda, Susanna Ponzin e Isodoro Rebatto, hanno adottato un approccio che si distingue nettamente dalle pratiche convenzionali. La loro decisione di non raccogliere l’uva quest’anno è stata motivata da un impegno profondo nei confronti della produzione biologica e dell’ecosostenibilità. Ciò è stato particolarmente evidente nella loro risposta alla peronospora, una malattia che ha colpito i vigneti in tutta Italia. Invece di aumentare i trattamenti chimici, hanno scelto di rimanere entro i limiti stabiliti per l’agricoltura biologica, accettando così le conseguenze di una produzione ridotta.
Questa scelta non è stata facile. Come evidenziato da Susanna in una dichiarazione a “La Nazione”, la decisione di interrompere i trattamenti e concentrarsi sulla preparazione dei vigneti per l’anno successivo è stata presa con piena consapevolezza delle implicazioni. Benché questa sarebbe stata la loro prima vendemmia completamente biologica, hanno preferito rimanere fedeli ai loro standard piuttosto che compromettere i loro valori.
La situazione di Podere Casanova solleva questioni importanti sul costo e il valore della sostenibilità nel settore vinicolo. Le scelte fatte da Susanna e Isisdoro potrebbero avere un impatto economico tangibile nei prossimi anni, mancando i ricavi dalla vendita dei vini che sarebbero stati prodotti. Tuttavia, come sottolineato da Susanna, queste scelte sono state deliberate e riflettono una riflessione più ampia sui costi reali e sul sostegno necessario per pratiche veramente sostenibili e biologiche.
In sintesi, il caso di Podere Casanova non solo illustra le sfide affrontate dai produttori che perseguono pratiche ecosostenibili, ma solleva anche domande più ampie sulle responsabilità e sui costi associati alla produzione di vini in modo rispettoso dell’ambiente. Questa storia, ampiamente discussa in diversi organi di informazione, mette in luce l’importanza di sostenere pratiche che proteggano l’ambiente e la salute dei consumatori, nonostante le sfide economiche che possono comportare.